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Altri 23 mila Euro a carico dei cittadini avezzanesi è il "regalo" che il sindaco di Avezzano, De Angelis, ha fatto per il ricorso, in appello, al consiglio di Stato per i consiglieri decaduti, in virtù della sentenza "417" del 12 ottobre 2017 del TAR dell'Aquila, assegnando l'incarico all'avvocato romano Bruno Capponi. Soldi che si aggiungono ai 17 mila già spesi per il primo ricorso al TAR, che portano a 40 mila il conto finale... Per il momento. Di questi, sicuramente, se ne occuperà la corte dei conti, in quanto, i sei decaduti, adesso, in virtù della sentenza, sono privati cittadini, mentre i sei subentranti hanno sborsato, di tasca propria, le spese per il ricorso al TAR a causa, com'è noto, della decisione (che a tutti, sin dall'inizio era apparsa inverosimile) del presidente del tribunale Forgillo, poi trasferito a Napoli. L'accoglimento della richiesta di sospensiva, in questi casi (anche se i motivi sono diversi da quella di questi giorni al comune di Lecce), è probabile anche se, ad Avezzano, appare inutile, considerato che, prima o poi, il sindaco De Angelis e la sua maggioranza (ora minoranza), debbano prenderne atto, senza trovare (come è successo nell'ultima conferenza stampa), scuse ed appigli vari con sproloqui di ogni genere e con l'arroganza e la prosopopea che sono note a tutti. Viste le diverse dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino, tra le quali questa, testuale, del 29 giugno scorso: "Che ora bisogna lavorare insieme con chi ha provato a guidare la città al posto nostro, senza parlare più di avversari, sono sicuro – ha concluso – che con Giovanni Di Pangrazio riusciremo a collaborare come abbiamo fatto in passato", è evidente il netto contrasto con quanto finora asserito. Insomma, la collaborazione su un programma comune è fondamentale se si vuole andare avanti, altrimenti nuove elezioni, senza, come sembrerebbe, trattative personali, meglio conosciute come "inciuci".