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AMBIENTE: SEQUESTRO DEPURATORI PER INQUINAMENTO FIUME  PESCARA

Due indagati per scarico e sversamenti non  autorizzati

Pescara, 18 marzo 2016 - I depuratori di Manoppello  - Piano della Stazza e Lettomanoppello - Santa Liberata, come pure le condotte e  gli scarichi fognari del comune di Tocco da Casauria in località S. Anna e  Francoli, sono stati sequestrati su delega dal Giudice per le Indagini  Preliminari presso il Tribunale di Pescara, su richiesta del Pubblico Ministero  della locale Procura della Repubblica.

Il provvedimento è stato  eseguito dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale  (NIPAF) di Pescara del Corpo forestale dello Stato e dal personale della  Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Pescara e dei reparti di Tocco da  Casauria, di Popoli e di Lettomanoppello.

Due pescaresi,  rispettivamente Direttore del Settore Depurazione e Direttore Tecnico della  società per azioni che gestisce la depurazione dei rispettivi comuni, sono  attualmente indagati per aver effettuato, in concorso tra loro, uno scarico non  autorizzato sul suolo ed uno sversamento di reflui e liquami maleodoranti e  molesti per la popolazione residente, il getto pericoloso di cose senza la  necessaria autorizzazione allo scarico, provocando così l’inquinamento delle  acque.

Dietro disposizione del Pubblico Ministero, entrambi i  depuratori sequestrati sono stati dati in custodia giudiziale ai dirigenti degli  Uffici Tecnici dei Comuni di Manoppello e Lettomanoppello, proprietari degli  stessi, i quali dovranno ora adottare urgenti misure di ripristino, affinché gli  impianti possano essere autorizzati a scaricare ancora nel Fiume  Pescara.

In  particolare il depuratore comunale di Manoppello, all’epoca dei fatti gestito  dal Comune stesso, era stato già sequestrato nel 2011 dal Corpo forestale dello  Stato a causa di analoghi accertamenti che avevano svelato il non corretto  funzionamento dell’impianto. Il provvedimento era stato poi revocato dopo il  passaggio di gestione all’attuale società, che avrebbe dovuto assicurare la  manutenzione del depuratore, anche a mezzo dei lavori necessari per la corretta  messa in funzione.

Successive ispezioni, eseguite in contraddittorio con i  responsabili della gestione degli impianti oggi sequestrati, avevano consentito  di confermare, in entrambi i casi, l’assenza delle previste autorizzazioni allo  scarico nel corpo ricettore, oltre che un generalizzato stato di degrado dei  depuratori, risultati non in grado di assicurare la corretta depurazione dei  reflui prima dell’immissione nel corpo ricettore.

Il  Corpo forestale dello Stato ha,invece, accertato lo scarico abusivo sul suolo di  gran parte dei reflui fognari del comune di Tocco da Casauria tramite una  conduttura che, dopo aver raccolto gli scarichi di oltre 1.600 abitanti, tra cui  una struttura sanitaria (ex Ospedale Civile), esce a cielo aperto in località S.  Anna, defluisce per un tratto di circa 400 metri in un fossato fino alla  località Francoli, viene nuovamente intubata due volte entro manufatti cementizi  lunghi rispettivamente 50 e 100 metri, fino a scaricare su un impluvio del  terreno che confluisce nel Fiume Pescara.

Il  monitoraggio sul Fiume Pescara ha permesso di creare una banca dati su supporti  GIS cartografici con i dati territoriali della Provincia, quelli provenienti  dalle attività di controllo della Capitaneria di Porto e del Corpo forestale  dello Stato, e quelli acquisiti presso la Regione Abruzzo per mezzo di una  convenzione con l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti –  Pescara.

“Le verifiche su tutti gli scarichi  censiti”, hanno dichiarato i Comandanti della Capitaneria di Porto e del  Corpo forestale di Pescara, “stanno  consentendo agli inquirenti di scoprire eventuali ulteriori condutture che  inquinano o compromettono, mediante l’immissione fuori limite di liquami ad alta  carica microbica o, peggio, la loro mancata depurazione, la qualità delle acque  del Fiume Pescara e, di conseguenza, quelle del Mare  Adriatico”.

La  continua opera di controllo svolta dagli inquirenti lungo il fiume e sulle  sponde, che aveva già dato alcuni risultati di rilevanza penale durante  l’inverno, quali il sequestro di due frantoi oleari e di un sito industriale  dismesso, oltre ad un’attività ispettiva su un depuratore industriale a Chieti  Scalo, un’azione preventiva e repressiva sugli abusi legati alla pesca e al  taglio di piante, continuerà nei prossimi giorni, nell’intento di migliorare le  attuali precarie condizioni delle acque del fiume Pescara, in gran parte  responsabili dell’inquinamento delle acque costiere limitrofe alla foce, adibite  alla balneazione nel corso della stagione estiva.

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