elezioni 2018

Lunedì Rotondi a Pescara: "Il perché di un democristiano in terra d'Abruzzo".

Lunedì, 19 Febbraio, alle ore 17,00, presso il Centro Eventi Aurum, in Largo Gardone Riviera, Pescara, il capolista al collegio plurinominale Abruzzo 01, Gianfranco Rotondi, incontrerà la stampa e i cittadini. "Volentieri risponderò alle domande dei giornalisti - ha detto Rotondi - ripercorrendo la trama che unisce la grande tradizione democristiana a Forza Italia, partito guida nel Partito Popolare Europeo". 

I candidati di “Dieci Volte Meglio” domani ad Ortona

Saranno presenti domani, dalle 18, ad Ortona (Ch), i candidati del partito “Dieci Volte Meglio” che, in vista del voto del prossimo 4 marzo, illustreranno programmi e le proprie innovative proposte per l'Abruzzo. L'incontro, dal titolo “Senti chi parla”, è organizzato da AbruzzoLab, associazione di promozione sociale, presso la propria sede, in via Giudea 114. Per “Dieci Volte Meglio” ci saranno Fabio Blasioli, Cristina Pacifico, Danilo Di Domizio e Alessandra Priante. Indipendenti, fuori dagli attuali schieramenti e anche un po' fuori dagli schemi, con l'obiettivo di “Fare per fermare il declino”. E' il partito che in dieci regioni italiane ha candidato soprattutto startupper, esperti di marketing e comunicazione, ingegneri, imprenditori nell’e-commerce, nel turismo e nei servizi.

17 febbraio 2018

LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E I PRCEDIMENTI DELIBERATIVI, PARTE INTEGRANTE DI TUTTI I PROGRAMMI DI POTERE AL POPOLO, DA QUELLI NAZIONALI A QUELLI LOCALI

Le esperienze di democrazia partecipativa che si sviluppano nel nostro territorio regionale, provinciale e locale, quando le stesse non riescono a tenerli lontani, sono vittime dell’ingerenza demagogica e strumentale degli attuali partiti politici.

In particolare, a Teramo si sviluppa da tempo un’esperienza che vede in prima fila comitati di quartiere (coordinati), associazioni e singoli cittadini impegnati in battaglie civili e culturali. Ad esempio, la delocalizzazione della Centrale Enel del Quartiere Cona e il destino del Teatro romano bloccato dalla mancata demolizione dei fabbricati (Adamoli e Salvoni). Questi fabbricati impediscono il recupero della Cavea e la realizzazione di qualsiasi progetto di recupero. Se sulla prima esperienza si è registrato l’interessamento della Regione è perché il Comitato di Quartiere e i cittadini hanno saputo imporsi. Vano è, pertanto, il tentativo di Mariani, Monticelli, D’Alfonso e Di Pasquale di strumentalizzare il risultato dei cittadini. Peraltro, i signori del PD, dall’opposizione in Consiglio comunale non hanno mai mosso un dito per ammodernare lo Statuto comunale e i regolamenti per favorire la democrazia partecipativa, sulla base di proposte provenienti dagli stessi comitati di Quartier e dalle associazioni. Di fronte al disinteresse dei partiti politici del Consiglio comunale che non hanno mai nemmeno proposto tavoli di discussione con le realtà civiche del territorio (Coordinamento dei comitati di Quartiere e Comitato di Quartiere della Cona e altri), queste hanno invece promosso informazione e partecipazione dei cittadini al punto da costringere la classe politica regionale ad interessarsi della questione. La classe politica teramana non vuole il recupero del Teatro romano perché è legata mani e piedi a interessi privati che prevalgono. Essa ha solo dato, nell’ultimo atto del teatrino degli orrori, il peggio di sé: bugie a ripetizione sulla esistenza di un progetto di recupero del Teatro romano che invece non c’è. Le associazioni si sono rivolte giustamente al Difensore civico regionale che ha aiutato a svelare le menzogne.

La democrazia partecipativa, inclusiva e deliberativa costituisce un insieme di pratiche di democrazia e di rinnovamento della politica che appartiene alla sinistra. Né alla destra, né alla finta sinistra. Nemmeno a quella più subdola e insidiosa perché demagogica e falsa. Si veda l’esperienza di Giulianova dove un’amministrazione comunale di Liberi e Uguali si riempie la bocca di una finta democrazia partecipativa volta demagogicamente al captare consensi elettorali, come già denunciato dall’organizzazione giuliese di Potere al Popolo.

Noi raccogliamo l’esigenza dei cittadini che si organizzano autonomamente, e nelle battaglie politiche e in quelle locali ci impegniamo in pochi e significativi adempimenti.

ENTRO 6 MESI DALL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE

MODIFICHE ALLO STATUTO COMUNALE

  1. Urbanistica partecipata: Obbligo del Dibattito Pubblico (DP) preordinato a qualsiasi procedimento autorizzativo su opere pubbliche e private aventi un impatto notevole sull’assetto del territorio comunale. In particolare:

    1. DP preordinato al procedimento di adozione e approvazione degli strumenti urbanistici comunali;

    2. DP preordinato al procedimento autorizzativo rispetto a opere di carattere privato che presentano profili rilevanti di interesse anche sovracomunale.

  2. Bilancio partecipativo: Obbligo del DP e coinvolgimento attivo, inclusivo e partecipativo della popolazione nella redazione del bilancio annuale e pluriennale del Comune, articolato per fasi assembleari capillari e complesse affinché la maggior parte dei cittadini (per quartieri e per frazioni) possa apportare il proprio contributo partecipativo di proposte e pareri nella redazione del Bilancio annuale e pluriennale, nonché per la redazione del PEG pluriennale suddiviso per programmi e obiettivi su cui impegnare le strutture gestionali del comune (dirigenza).

  3. Strumenti della partecipazione popolare: fermi restando gli strumenti della partecipazione popolare già previsti nello Statuto comunale, favorire attraverso il sostegno economico previsto fra gli obiettivi PEG del bilancio annuale e pluriennale, la formazione spontanea di organismi di partecipazione popolare provenienti dalle iniziative di base (Consigli di quartiere, Comitati di frazione, Comitati cittadini, gruppi di cittadinanza attiva, forum cittadini, Consiglio comunale dei ragazzi ecc..), eletti a suffragio universale e diretto dai cittadini e dai giovani dai 16 anni in su, in ogni realtà sub-comunale.

  4. Garanzia del metodo democratico: con la finalità di garantire il metodo democratico nei procedimenti partecipativi, deliberativi e inclusivi sopra richiamati, è istituito L’Osservatorio comunale per la promozione della partecipazione popolare con il compito di svolgere l’esame e fornire il parere collegiale sulle pratiche ad esso sottoposte dai cittadini singoli o associati o dal Sindaco, nell’ipotetica ricorrenza di violazione del metodo democratico

REGOLAMENTI

  1. Approvazione di un regolamento organico sulla democrazia partecipativa al fine di dettagliare la disciplina di principio stabilita nello Statuto comunale, con particolare riferimento ai precedenti punti;

  2. Approvazione di un regolamento sulla cittadinanza attiva, per la cura e la rigenerazione dei beni comuni al fine di coinvolgere i cittadini nelle attività di cura di tutti i beni comuni della Città.

Il procedimento di approvazione dei regolamenti di cui ai precedenti punti devono essere preceduti da DP, secondo le articolazioni di quartiere e di frazioni esistenti.