elezioni seggio uno

VERSO IL VOTO: 70 SIMBOLI AMMESSI, 14 ESCLUSI.
PROSSIMA TAPPA PRESENTAZIONE LISTE 21 E 22 AGOSTO

– Prosegue la road map degli adempimenti da svolgere in vista delle elezioni politiche in programma il 25 settembre prossimo. Il deposito dei simboli si è concluso il 14 agosto al Viminale. Nella prima valutazione il ministero dell’Interno ha ammesso 70 dei 101 contrassegni depositati. Sono 14 quelli che non hanno passato il vaglio mentre 17 hanno 48 ore per presentare integrazioni in quanto “non consentono la presentazione di liste”.
Tra chi non ha superato il vaglio ministeriale anche la lista dell’ex pm Luca Palamara (Palamara oltre il Sistema), Italiani con Draghi Rinascimento, Up con de Magistris e il primo simbolo depositato del Partito Liberale Italiano.
Stop anche al Movimento politico Libertas, Partito Pensionati al Centro, Democrazia cristiana, Pensiero e Azione – Ppa, Popolo Partite Iva, L’Italia sè desta, Lega per l’Italia, Partito federalista italiano.
Tra i non ammessi anche ‘Sud chiama Nord’ dell’ex M5s, Dino Giarrusso che ha poi ritirato il simbolo.
Il prossimo passaggio formale è rappresentato dalle presentazioni delle liste: il 21 e 22 agosto presso le cancellerie delle Corti di appello (dalle ore 8 alle 20 entrambi i giorni), il 35esimo e il 34esimo giorno antecedente il voto.
I prossimi, quindi, sono gli ultimi giorni per completare la raccolta delle firme. Il “quantum” delle sottoscrizioni è legato al numero di collegi plurinominali definiti nella legge elettorale e diminuiti dopo i tagli del numero dei parlamentari.
Prima del 2020 servivano, sia ad un partito che ad una coalizione, per i 63 collegi plurinominali alla Camera e per i 33 del Senato “almeno 1500 e non più di 2000″ sottoscrizioni da parte di elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nel medesimo collegio plurinominale o, in caso di collegio plurinominale compreso in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tale collegio plurinominale”.
Dopo il voto referendario i collegi plurinominali per la Camera sono scesi a 49 e quelli per il Senato a 26.