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IL CANTIERE FANTASMA DELLA SNAM

In un comunicato la Snam sostiene che “nell’area individuata per la realizzazione dell’impianto di compressione di Sulmona non è in corso nessun cantiere”. E’ talmente vero che chiunque lo può constatare : infatti a Case Pente non c’è nessun cantiere.
La Snam non sa neppure che l’installazione di una delle due centraline è in corso non a Case Pente, ma in piazzale Di Bartolomeo a Sulmona!
Se il cantiere è frutto della nostra immaginazione e delle diverse testate giornalistiche che l’hanno filmato e fotografato, da dove sono venuti fuori i lastroni di cemento? Chi li ha assemblati? E il grosso mezzo meccanico utilizzato per i lavori? Tutto è spuntato da solo nel piazzale come un fungo?
E se il cantiere, secondo la Snam, non esiste perché dice di “aver informato tutti gli organi territoriali competenti e adottato tutte le misure di sicurezza necessarie”?
Quali sarebbero queste “misure di sicurezza” adottate dalla Snam, atte a garantire l’incolumità pubblica? Il nastro bianco e rosso come quello che si mette per il distanziamento Covid?
La Snam afferma, ed è vero, che le centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria sono previste dal decreto V.I.A. del 7 marzo 2011. Ma dimentica di dire che lo stesso decreto prevede che l’attività di monitoraggio e l’installazione di una “rete” di centraline, sono a carico del proponente. Ma la Snam con ARTA ha deciso che le centraline devono essere soltanto due: gli abitanti degli altri Comuni della Valle Peligna non hanno forse il diritto di conoscere che aria respirano e che aria respireranno dopo che la Snam l’avrà inquinata con la sua centrale?
Dopo l’esposto presentato ieri in Comune, constatato che l’attività del cantiere è andata avanti come prima, abbiamo presentato questa mattina un nuovo esposto alla Procura della Repubblica di Sulmona affinché venga accertato:
qual è la finalità dei lavori in piazzale Di Bartolomeo, chi ne è l’esecutore e chi il committente; se il cantiere è stato dotato di adeguato isolamento e recinzione al fine di salvaguardare la sicurezza pubblica; se sia stato rispettato l’obbligo di legge di esporre il cartello di cantiere indicante gli estremi del titolo abilitativo; se, nell’esecuzione dei lavori, siano state rispettate tutte le norme inerenti la sicurezza dei lavoratori; se sia stato assolto l’obbligo dell’occupazione di suolo pubblico, con il pagamento della relativa tassa; se dell’apertura del cantiere sia stata data comunicazione all’Agenzia delle Entrate, alla ASL e all’INAIL.
Inoltre abbiamo chiesto alla Procura della Repubblica di accertare se, da parte degli organi preposti, siano stati effettuati i necessari controlli per verificare il rispetto di tutte le norme di legge; e se, qualora ciò non fosse avvenuto, di accertare se ricorrono gli estremi della omissione di atti d’ufficio. Abbiamo chiesto, infine, di voler adottare - qualora dovessero sussisterne i presupposti –provvedimento cautelare di sospensione dei lavori e di disporre il sequestro del cantiere.
Sulmona, 9.7.2020 Coordinamento No Hub del Gas