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Ridotta in schiavitù, costretta alla prostituzione e a vivere in condizioni estreme e di povertà. Con questa accusa sono finiti davanti alla Corte d’assise dell’Aquila due romeni che avevano avviato, secondo la tesi della procura, un’attività di prostituzione. Solo il coraggio di ribellarsi della ragazza sottomessa ha permesso di avviare il procedimento a loro carico. Riduzione in schiavitù, lesioni gravi e sfruttamento della prostituzione.

L’accusa è nei confronti di Ramona Lacramioara Paun, 30 anni, residente a Celano, e del fratello Sorinel Tani Paun, 32 anni, residente a Scurcola Marsicana. Il procedimento nei confronti di un’altra persona, una donna di 30 anni, residente a Paterno, anch'ella romena, è stato stralciato e proseguirà con un altro processo.