borrelliSono a rischio le case; è a rischio un bosco protetto, di interesse
comunitario, se si installa l'impianto di rifiuti sanitari, pericolosi e
non, previsto in contrada Saletti di Atessa, in Val di Sangro. Se si dà uno
sguardo alla mappa della zona circostante il sito affittato dalla ditta Di
Nizio alla Colansante holding, per la realizzazione di un impianto di
rifiuti sanitari infettivi, si nota chiaramente come la distanza di
sicurezza, prevista dalla legge nazionale, che fa testo dopo la sentenza
28/2019 della Corte costituzionale, non sia rispettata.

Nel progetto della Di Nizio si dice che c'è una sola casa, a pochi metri
dal sito in cui dovrebbe sorgere l'impianto. La realtà è diversa. Entro un
raggio di 500 metri, tenendo conto delle distanze dai nuclei abitativi
imposte dalla legge, vivono decine di famiglie. Nel solo edificio indicato
dalla ditta abitano tre nuclei familiari. A meno di trecento metri ci sono
7 case con più nuclei familiari. Più in là, dentro sempre il perimetro
pericoloso, si contano altre venti abitazioni.

Ai rischi per i residenti, va aggiunto il danno per il bosco di
Mozzagrogna, un grande parco popolato da specie protette, un Sic ( Sito di
Interesse Comunitario), distante in linea d'aria 1 chilometro e 600 metri.
E' evidente che dovrà essere effettuata la Vinca, dovrà esserci cioè una
opportuna Valutazione dell'incidenza che quell'impianto ha su un luogo che
va tutelato. Così come va considerata la direttiva "Seveso tre" relativa al
controllo del pericolo di incidenti connessi con le sostanze pericolose
potenzialmente presenti all'interno dello stabilimento. Sono obiezioni
avanzate anche dalle associazioni ambientaliste (Legambiente, Wwf, Nuovo
Senso Civico, Noimessidaparte, Cai) che stanno combattendo con noi questa
battaglia e che ringrazio per il loro impegno concreto".

(Lo evidenzia in una nota il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli - sopra).