ospedale chieti

Una conflittualità interna divenuta condizione strutturale, più volte denunciata; assenze per malattia a catena; abbandoni ripetuti da parte dei medici; mancata applicazione di procedure aziendali; criticità evidenziate sui tempi di degenza, specie preoperatoria; mobilità passiva. Sono le sofferenze che emergono dalla Cardiochirurgia di Chieti, filtrate anche all’esterno in diverse occasioni (da ultimo l’indagine della magistratura teatina), e che hanno indotto la Direzione generale della Asl a compiere una verifica incaricando una Commissione, esterna e  indipendente, composta da tre professionisti di comprovata qualificazione ed esperienza nazionale.

L’obiettivo è fare chiarezza e approdare a un’analisi lucida e imparziale
sull’organizzazione del reparto, sui volumi di attività a fronte delle
risorse e dei mezzi a disposizione, la disponibilità di evidenze
scientifiche applicate, il grado di sicurezza delle cure.

Sono stati quindi incaricati tre professionisti, reclutati attraverso un
avviso pubblico, che hanno ricevuto formale incarico da parte della
Direzione aziendale. Si tratta di Pietro Grasso, che presiede la
Commissione, attuale Direttore sanitario dell’ospedale Mater Olbia, e che
vanta un lungo curriculum di alta direzione, tra cui gli incarichi di
Direttore generale alla Asl Roma B e di Direttore sanitario del Presidio
Columbus nell’ambito della Fondazione Gemelli; Giuseppe Vaccari,
cardiochirurgo del Policlinico di Monza; Francesco Versaci, cardiologo
interventista a Roma e Latina.

Ai professionisti è stato chiesto di produrre, a conclusione delle attività
di verifica, una proposta operativa per migliorare l’efficienza della
Cardiochirurgia, il cui ruolo è di importanza strategica per l’ospedale di
Chieti e per entrambe le Asl di Lanciano Vasto Chieti e di Pescara.