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CHIETI:CONDANNA DEFINITIVA

- Emanuele D’Onofrio ha avuto «un atteggiamento improntato all’esclusione di ogni sua responsabilità e al ridimensionamento del grave
gesto compiuto».
Ecco perché, secondo i giudici della Cassazione, è giusto negare le attenuanti generiche al 29enne condannato in via definitiva a 8 anni
e mezzo di reclusione per l’omicidio preterintenzionale del giornalista Simone Daita, morto in ospedale il 15 marzo del 2016, un anno
dopo che i pugni ricevuti al volto e la successiva caduta in piazza Vico, cuore del centro storico di Chieti, lo avevano ridotto in fin
di vita.