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Comunicato del capogruppo Forza Italia (Regione Abruzzo) Sospiri sul sindaco Alessandrini e il business degli immigrati

Sessantacinque ex interinali di Attiva sono alla fame da 112 giorni con le proprie famiglie perché messi alla porta dal sindaco Alessandrini, che però ora recluta per la cura del verde cittadino 14 presunti immigrati pagati dallo Stato che sborsa 50 euro al giorno per ciascuno di essi. È il paradosso raggiunto della città di Pescara, l’ennesima vergogna, purtroppo non l’ultima, firmata da un sindaco inadeguato al proprio ruolo, che sfrutta mediaticamente il dramma della disperazione, solo per dare una copertura a quello che è un vero business. Una vergogna alla quale ci opporremo: gli immigrati hanno già di che vivere, hanno vitto, alloggio e una remunerazione sufficiente alla vita quotidiana. 65 famiglie di Pescara sono senza stipendio da 112 giorni, non hanno più soldi per comprare pane, latte, per curarsi, non hanno più soldi neanche per comprare un’aspirina e sopravvivono solo grazie alla gara di solidarietà che si è aperta in città. E quei 65 lavoratori potrebbero invece tornare a lavorare con Attiva, se solo il sindaco-degli-immigrati-Alessadrini deliberasse di affidare alla società in house la manutenzione ordinaria del verde pubblico ed è su questo fronte che ora apriremo una vera battaglia di giustizia e civiltà”. A dirlo è stato il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri commentando la decisione del sindaco Alessandrini di affidare a 14 presunti immigrati accolti nelle strutture della Caritas e negli alberghi gestiti dalla cooperativa Eta Beta il servizio del verde.

Un’operazione mediatica – ha sentenziato il Capogruppo Sospiri -, spacciata per solidarietà e integrazione. E allora cominciamo a chiamare le cose con il loro nome: quei 14 presunti profughi non presteranno ‘opera di volontariato’ nella cura del verde, perché lo Stato italiano oggi ‘mantiene’ quei presunti profughi versando ogni giorno per loro 50 euro per vitto, alloggio, servizio lavanderia e servizio telefonico, e questo per gli adulti, così come per i bambini. Parliamo di un autentico business che sino a oggi ci è costato ben 13 milioni di euro, versati a quelle strutture che, partecipando a una gara d’appalto, stanno ospitando almeno 500 immigrati tra Pescara e provincia, distribuiti tra alcuni alberghi e i dormitori della Caritas, questi ultimi costruiti in teoria per dare ospitalità ai senzatetto locali, che invece sono tornati a vivere e dormire tra la stazione centrale e gli spazi esterni. Secondo il sindaco e la sua giunta ‘della solidarietà’, affidare ai 14 presunti immigrati la manutenzione del verde significa ‘favorire la loro integrazione’ e ‘non farli sentire un peso per la società’, dunque una sorta di ‘operazione simpatia’. Apprezzabile: peccato che sotto le finestre del Comune da 112 giorni ci siano 65 lavoratori e relative famiglie che sono state buttate fuori dalla Attiva Spa, parliamo di ex interinali che si sono ritrovati sulla strada anche dopo 10 o 15 anni di servizio, persone di 45, 50, anche 60 anni che hanno zero possibilità di ritrovare un altro lavoro. Una situazione drammatica, pronta a esplodere da un momento all’altro, e che invece aveva e ha una soluzione elementare, ovvero: per consentire il loro ritorno a lavoro, basta ampliare i servizi affidati alla Attiva, ad esempio cedendole la manutenzione ordinaria del verde cittadino, sfalci, potature, cura delle aiuole. In questo modo si incrementerà il fabbisogno di personale della Attiva, permettendo la reintegra in servizio degli ex interinali, un’operazione semplicissima, di competenza del Consiglio comunale, e che è già stata sperimentata con successo in altre città, dunque bastava copiare per rimediare al dramma di 65 famiglie. E invece il sindaco-degli-immigrati decide che i presunti profughi, che già oggi sopravvivono benissimo con i soldi dei contribuenti italiani, vanno integrati, mentre 65 famiglie di Pescara possono vivere nella fame e vanno emarginati. Forza Italia – ha ribadito il Capogruppo Sospiri – ritiene questa operazione una vergogna, uno scandalo senza precedenti, così com’è vergognosa la gestione dell’intera vicenda dei precari della Attiva. Ovviamente non condividiamo quel Protocollo d’intesa, senza nulla togliere agli incolpevoli partner del Comune, come la Caritas o la Prefettura, ma da questo momento apriamo una vertenza politica perché la gestione del verde sia ceduta subito ad Attiva per difendere i diritti dei cittadini di Pescara, perché Pescara e i pescaresi vengono prima di ogni altra cosa”.

Pescara, 30.01.2016