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Ieri la manifestazione in Consiglio Regionale con l’impegno da parte dell’assessore regionale alla sanità Paolucci di convocare una riunione per lunedì prossimo alle 9.30 in assessorato. Sul tavolo la profonda crisi della struttura gravata da debiti per circa due milioni di euro e l’impossibilità a breve di garantire i servizi minimi ai 120 assistiti, quasi tutti anziani; ma anche i numerosi crediti che gli Istituti Riuniti San Giovanni Battista vantano nei confronti di Comuni ed Asl. Intanto, dalla protesta nelle sedi istituzionali si dissocia l’Ugl che decide di percorrere un’altra strada, quella della Magistratura.

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A quanto pare anche all’Ater di Chieti a far finire sotto accusa, a vario titolo, tre dirigenti sono stati anni di scontrini fiscali per spese personali gonfiate e rimborsate. La Procura ipotizza il peculato per oltre 1 milioni di euro, mentre i tre indagati sono l’ex commissario Marcello Lancia, l’ex direttore Domenico Recchione e il dirigente, ancora in servizio, Giulio Marchioli. A dir poco imbarazzante i documenti che stanno finendo nel faldone dell’inchiesta affidata a Giuseppe Falasca: hotel rimborsati anche a donne non facenti parte dello staff Ater, cene in locali costosi di mezza Italia, convegni fuori regione a cui i tre non avrebbero mai preso parte se non per poche ore a fronte di tre, quattro giorni di soggiorno. Tutto questo mentre il patrimonio degli alloggi popolari di Chieti cadeva a pezzi tra lavori mai ultimati e cantieri mai avviati. Passaggio chiave dell’inchiesta quello riguardante l’ipotesi che i tre abbiano negli anni provveduto anche a gonfiare i propri stipendi. I fatti contestati si sarebbero consumati nel periodo che va dal maggio 2010 ad oggi. L’inchiesta non si ferma qui.