Cronaca

castel di sangro

Non è vero che all’ospedale di Castel di Sangro non ci fosse un’ambulanza disponibile, poiché il mezzo era contemporaneamente impegnato in un trasferimento urgente ad Avezzano di un paziente con ictus”. Lo afferma il direttore del servizio 118 della Asl 1 Abruzzo, Gino Bianchi, sulla notizia riportata nei giorni scorsi da alcuni organi d’informazione sulla presunta mancanza di un mezzo di emergenza per il trasferimento a Sulmona di una donna di Roccaraso, portata a Castel di Sangro per un’urgenza dovuta ad un aborto spontaneo.

All’ospedale di Castel di Sangro l’ambulanza era regolarmente prevista e a disposizione, solo che, al momento dell’arrivo dell’utente da Roccaraso, il mezzo era già impegnato nel trasferimento urgente di un paziente con ictus all’ospedale di Avezzano. C’è stata una contemporaneità di eventi – aggiunge Bianchi – che si verifica in media una volta ogni 2 anni.

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Nel corso della conferenza stampa tenutasi ieri, 25 luglio all’Aquila, il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Mario Mazzocca, ha illustrato nel dettaglio la strategia di Regione Abruzzo e società TUA per una mobilità sostenibile. Questa si articola in diverse tranche di intervento che contrmplano anche, entro un anno dalla sottoscrizione della convenzione tra Regione e TUA, la realizzazione di un impianto di erogazione metano-idrogeno presso il sito di distribuzione della società T.U.A e acquisito un minibus a idrometano per il trasporto persone (19 passeggeri più autista) già collaudato e omologato. L’acquisizione è finalizzata all’immissione in circolazione del singolo esemplare per il trasporto pubblico destinato a tratte ordinarie e alle ore di maggiore affollamento con priorità alla zona Chieti-Pescara, individuata dal Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria come zona di risanamento.

gissi 

Chiude definitivamente il pantalonificio di Gissi, presente da vent’anni in val Sinello: 96 dipendenti, per lo più donne, restano a casa.

Lo stabilimento del gruppo Canali si trovava da tre anni in regime di contratti di solidarietà. I sindacati avevano tentato di convincere la proprietà a restare, ma la soluzione sperata non è arrivata.

Il pantalonificio, in val Sinello, ha fatto storia. Per i dipendenti, molti non proprio giovani, ora non sarà facile ricominciare.