Cronaca

elezioni

ELECTION DAY IL 20 E IL 21 SETTEMBRE 2020

- Il decreto elezioni con la data del voto, ieri ha ottenuto la fiducia in Senato.                                                                                                                            In Abruzzo sono una sessantina i consigli comunali da rinnovare e per i quali si sarebbe dovuto votare in aprile, data poi posticipata a causa dell’emergenza Covid. L’unico Comune capoluogo di provincia è Chieti, poi ci sono Avezzano e altri centri minori.                                                                                                         La scadenza dei termini di presentazione delle liste è fissata al 20 agosto.                                                                                                                                In caso di ballottaggio – che riguarderebbe eventualmente solo i Comuni con più di 15.000 abitanti, cioè Chieti e Avezzano – la consultazione avverrà il 4 e 5 ottobre.

 

avezzano stazione fs esterno 150412 10

LINEA FERROVIARIA PESCARA-ROMA: COMITATO DI SINDACI

- E’ stato costituito un comitato di Sindaci abruzzesi per sostenere il progetto della velocizzazione della linea ferroviaria Pescara-Roma quale opportunità di sviluppo dell’intera Regione Abruzzo e delle sue aree intere.
L’iniziativa è stata promossa dal sindaco di Sulmona, che ha organizzato una riunione programmatica, ospitata nella sala consiliare del municipio peligno.             Alla riunione, erano presenti i Sindaci delle Valli Peligna e Subequana, Alto Sangro, Marsica, Val Pescara, ma anche del Lazio.

fabrizi stefano 201211 rep 03

Abbattimento cinghiali: cacciatori contro cacciatori.
Una babele di interessi contrapposti, una guerra di posizione con in mezzo agricoltori e allevatori che alimentano gratuitamente la fauna selvatica per soddisfare i piaceri di cacciatori e cittadini, felici di vedere ripopolati i borghi montani, non di bambini, ma di ogni sorta di animale selvatico, felicità che immediatamente tramuta in sconforto, se non addirittura dolore nel vedere le proprie auto danneggiate dagli incidenti e dalla morte degli animali che, se sono cervi, caprioli e lupi creano strazio e titoli sui giornali ma se sono cinghiali gramaglie più attenuate.
Ora, anche le prese di posizione del COSPA, per bocca del suo Presidente Dino Rossi allevatore e cacciatore noto ai più come polemista pungente, lasciano trasecolati. Il prefato, con le sue ultime uscite, vorrebbe incarnare i buoni sentimenti sul benessere degli animali destinati alle pallottole distinguendo i fucili a seconda di chi li imbraccia.
L'enclave della Valle Subequana circoscritta dai parchi è notoriamente quella dove albergano il numero maggiore di animali selvatici che man mano hanno sostituito gli abitanti passati in 10 anni da 3.035 a 2.704 dispersi in 6 paesi 5 dei quali non superano le cinquecento anime. Poche attività commerciali, qualche artigiano e una trentina di imprese agricole condannate a morte dagli animali selvatici e dalla contrapposizione degli interessi di cacciatori e sacerdoti dell'ambientalismo metropolitano ciechi davanti al fallimento complessivo delle loro pratiche e politiche del tutto ininfluenti allo sviluppo dei borghi rurali.
In assenza di certezze economiche e imprenditoriali non sarà l'agricoltura a rilanciare queste zone, in barba a tutti i soldi spesi dalla UE per sostenerla. Certamente i fondi comunitari a pioggia illudono taluni a sfruttare un assistenzialismo senza dignità ed altri a lucrare in modo spudorato ingenti risorse pubbliche senza produrre nulla. Ma ostacolare gli agricoltori che vogliono svolgere con dignità il lavoro ereditato da tradizioni famigliari antiche, oltre che stupido è un affronto al principio costituzionale della libertà di impresa.
Perciò, il buonismo di Dino Rossi sulle forme di esercizio della caccia non è compreso da chi vuole la riduzione della fauna selvatica in eccesso come previsto dalle norme, costantemente eluse a causa del tacito accordo tra gli ambientalisti nostrani e il mondo venatorio che spesso non traggono da questa pratica solo gioia ma profitti ben consistenti in grado di sostenere anche investimenti nelle "ottiche notturne" che costano dai 1.400 ai 1.800 euro, come ci informa il Rossi.
Agli agricoltori non gli si può chiedere di essere disposti a fare distinzioni poetiche, interessa produrre e vendere i frutti dei loro sforzi imprenditoriali per sostenere le famiglie e continuare a vivere in questi paesi dove si trova la propria terra.

(Sopra: Stefano Fabrizi, Direttore Confagricoltura L'Aquila.)