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- Pubblicato: 31 Ottobre 2015
COMUNICATO STAMPA
OGGETTO: Comunicato Associazione Fontevecchia su evento ‘Tavola dei Morti’ del primo novembre
Un lungo cammino che, tra racconti, narrazioni e simboli, accompagnerà il pubblico nella visita della ‘Tavola dei Morti’, ovvero nella riscoperta dell’antica tradizione abruzzese di lasciare ‘apparecchiata’ la tavola di casa nella notte tra il primo e il 2 novembre con le migliori pietanze contadine, dalla pasta all’uovo rigorosamente fatta a mano al pollo al forno con le patate, sino al vino e al dolce, per accogliere e rendere più sereno il passaggio delle anime dei propri defunti che in quella notte, si narra, tornano a trovare i propri cari e i propri affetti. E’ l’evento organizzato per la sera di domani, domenica primo novembre, dall’Associazione ‘Fontevecchia’ a Spoltore e che si svolgerà presso il Borgo di Case Troiano.
“Diciamo subito – ha precisato Luciano Troiano, Presidente dell’Associazione ‘Fontevecchia’ - che nella nostra manifestazione non c’è nulla di esoterico e soprattutto non ha nulla a che vedere con i festeggiamenti di Halloween che, peraltro, non appartengono alla nostra storia, né alla nostra cultura, ma, anzi, sono andati a soppiantare la nostra tradizione che invece voleva si dedicasse la notte a cavallo tra l’1 e il 2, ossia tra Ognissanti e la celebrazione dei defunti, proprio alla commemorazione e alla preghiera per le anime dei nostri cari che non sono più altro nostro fianco. Con la ‘Tavola dei Morti’ noi vogliamo raccontare ai più giovani e riportare alla luce una tradizione importante per la nostra storia, appunto il dovere di onorare nella maniera più giusta, rispettosa e opportuna quelle persone che hanno fatto parte della nostra vita e che in quella notte, vuole la narrazione, tornano nelle loro case per un breve attimo. L’evento, organizzato sempre in collaborazione con il Consorzio Tradizioni Teatine, di cui Fontevecchia è partner, e con il professor Francesco Stoppa dell’Università ‘d’Annunzio’ Chieti-Pescara, prenderà il via alle 20.30 in punto dinanzi alla sede della Motorizzazione civile, dove il professor Stoppa racconterà ciò che accade in quella notte, ossia ‘Li mazzamurielli’. Per cominciare racconteremo sul posto la storia del ‘pozzo dei guerrieri’, situato sotto quello che oggi è un terrapieno-rotatoria e dove storicamente si abbeveravano soldati e briganti. Quindi con la sola luce delle candele ci si incamminerà verso il Borgo Case Troiano, seguendo un percorso delimitato dai lumini, e con alcune pause, ciascuna delle quali sarà caratterizzata da un racconto su vicende e personaggi che hanno caratterizzato il Borgo stesso. Lungo la stradina del borgo racconteremo la storia delle ‘ossa a la vutate de lo lope’, ossia del ritrovamento di ossa umane a seguito dell’impianto di vigne e oliveti, ossa che ancora oggi fanno sospettare la presenza in loco di un’area cimiteriale addirittura di epoca romana o medievale. Quindi visiteremo la prima casa: all’esterno di ogni abitazione ci saranno dei simboli, come il sacchetto di grano o la scopa rovesciata e, ogni volta, spiegheremo le ragioni di quelle presenze che affondano nella tradizione abruzzese”. Ovviamente anche le tavole saranno imbandite secondo gli usi del posto, con prosciutto e formaggio, maccaroni al sugo, pollo e patate, acqua, vino, pane, caffè, biscotti, dolci e frutta. “Ma la particolarità – hanno ancora ricordato i membri dell’Associazione ‘Fontevecchia’ – è che quel cibo comunque non potrà essere consumato, perché la ‘tavola imbandita’ deve accogliere le anime che passeranno la notte da quella cucina e che potranno ritrovare, come tramanda la narrazione, i piatti tanto amati in vita. E infatti la tradizione vuole che, nei tempi antichi, le famiglie consumavano quei cibi solo il giorno seguente o, addirittura, destinavano gli alimenti ai poveri”. Durante la serata sarà possibile rendere omaggio alla Chiesa della Santissima Trinità, situata nel borgo, e che sarà regolarmente aperta, e i residenti del borgo racconteranno le storie sulle persone che storicamente hanno abitato il luogo, come ‘La tavule di Nonne Filumene’, ‘Giovanni lu francese’ e ‘La finestre de Zà Retine’. Al termine dell’evento, a tutti i partecipanti sarà offerto il ‘cibo penitenziale’, anch’esso rigorosamente rispettoso della tradizione, ovvero ‘il grano dei morti’, ossia grano bollito con noci, melograno e mosto cotto, fave lesse, ceci abbruscati, chicocce e patane e vino rosso. “Quindi i presenti non vedranno streghette, scheletri o zucche illuminate – ha sottolineato il Presidente Troiano -, ma avranno l’occasione di riscoprire una tradizione diffusa in tutto il meridione sino agli anni ’50 e che purtroppo si è andata perdendo”.
Spoltore, 31 ottobre 2015