Cronaca

carcere

ROSETO DEGLI ABRUZZI: UBRIACO PICCHIA IL PADRE E FINISCE IN CARCERE

– I Carabinieri di Roseto,sono intervenuti presso l’abitazione di una famiglia del luogo, in quanto un 19enne, gravato da precedenti di polizia,
in preda ad un forte stato di agitazione ed in evidente stato di ebbrezza alcolica, dapprima ha minacciato i propri genitori conviventi, poi ha
colpito con calci e pugni il padre.All'atto dell'intervento dei miliari il giovane ha tentato di aggredirli fisicamente senza riuscirvi in quanto
i carabinieri prontamente hanno usato,lo spray al peperoncino in dotazione.Il 19enne è stato quindi dichiarato in arresto per i reati di
maltrattamenti in famiglia e resistenza a P.U. e tradotto, presso la locale Casa Circondariale.

anziani residenza

CHIETI:ANZIANI MALTRATTATI E DERUBATI

– L’utilizzo di mezzi di coercizione tali da non permettere la deambulazione dei pazienti, il distacco notturno dei campanelli salvavita, la
mancata comunicazione alle competenti Autorità Sanitarie dell’insorgenza di un focolaio di scabbia, occorso nel 2023, la sostituzione dei farmaci
riempiendo i relativi flaconi, con dell’acqua. Inoltre, è emerso che un anziano, degente presso la casa di cura, ha subìto ripetuti prelievi di
denaro dal proprio conto corrente, per oltre 7 mila euro, da parte del gestore della RSA, il quale accumulava fondi, poi utilizzati per l’acquisto
di beni personali. Questo, l’inquietante scenario criminale in una Rsa di Lanciano, emerso nell’ambito di due distinte attività d’indagine della
della G.d.F., che sta notificando gli avvisi di conclusione delle indagini a 3 soggetti, imputati per “maltrattamenti e indebito utilizzo e
falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti”. Le indagini, condotte dai militari di Lanciano – delegate dalla Procura della
Repubblica frentana, sono partite da un controllo finalizzato al contrasto del lavoro sommerso in una RSA locale che ha evidenziato, all’atto
dell’accesso, un difetto di assunzione per 5 lavoratori, i quali erano impiegati totalmente in “nero”.

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PESCARA: ASL CONDANNATA

- La Asl di Pescara è stata condannata a risarcire oltre 900mila euro ai familiari di una donna morta nel 2010 a causa di un'infezione
contratta mentre era ricoverata in ospedale. I parenti della vittima, avevano avviato un'azione contro l'azienda sanitaria e, in primo grado,
il giudice aveva dato ragione alla Asl, ma la Corte d'Appello dell'Aquila ha ribaltato quel pronunciamento.La donna, 71 anni, a partire
dall'ottobre del 2010 fu sottoposta ad una serie di ricoveri all'ospedale di Pescara per problematiche connesse ad una rettorragia e ad una
malattia infiammatoria dell'intestino. Successivamente fu dimessa e ricoverata in una Rsa. Lì le sue condizioni si aggravarono e scattò il
trasferimento all'ospedale di Chieti, dove morì il giorno di Natale dello stesso anno a causa delle complicanze dovute ad uno shock settico
determinato da un'infezione da stafilococco aureo.