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- Pubblicato: 27 Marzo 2018
Un provvedimento di Manuela De Alfieri, segretaria generale del comune di Avezzano, ossia la direttiva numero 2 del 2018, ha fatto discutere visto che prevede il divieto ai dipendenti comunali di postare sui social commenti offensivi contro l’amministrazione e il sindaco. Che tutti i dipendenti di qualsivoglia ente e istituzione statale e non, siano tenuti al rispetto e al decoro dell’istituzione stessa in cui lavorano, è più che giusto. Che, però, si voglia confondere il piano della discussione, è altrettanto chiaro. Gli attuali amministratori vogliono mettere sotto lo stesso tetto l’offesa e l’oltraggio con l’espressione di dissenso o di un pensiero diverso che, fin nei limiti della correttezza, del rispetto e della tolleranza, sono diritti tutelati dalla Costituzione italiana. La libertà di pensiero e di parola è, dunque, un diritto sacrosanto per tutti, giornalisti e non. Voler impedire un diritto significa tornare ai tempi del regime e in Italia (repubblica, da "res publica"), fino a prova contraria, vige la democrazia (che vuol dire - da demos kratos - "potere del popolo", che lo si voglia o no). Strano che casi simili da qualche tempo si verifichino solo al comune di Avezzano, dove è tanto in voga un totalitarismo fuori luogo e fuori tempo.