Cronaca

teramo municipio

Dal primo aprile 46 addetti ai servizi di ristorazione della Asl di Teramo rimarranno senza lavoro. La Pap srl, che ha vinto l'appalto per il servizio, anche sulla base delle risorse economiche messe a disposizione dall'azienza sanitaria, ha comunicato che può riassorbire solo 42 lavoratori degli 88 fino ad oggi utilizzati attraverso una società interinale. Una situazione, quella verificatasi, della quale i sindacati ritengono responsabile la Asl e hanno chiesto, quindi, alla Provincia di convocare una riunione con i vertici dell'azienda sanitaria e con l'assessore regionale alla Sanità. Il Presidente della Provincia si è impegnato a riconvocare le parti entro il 25 febbraio.

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COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio Comunale di domenica 14 febbraio riunito in seduta straordinaria, all’unanimità, ha espresso "sincera vicinanza umana e piena solidarietà al Sindaco e alla sua famiglia". Si legge nel documento: "Prendendo atto della natura molto probabilmente dolosa dell'accaduto, considera l'incendio delle tre auto del sindaco un fatto criminale di una violenza inusitata, che risulta gravissimo e inquietante" e "respinge con forza ogni tentativo di minare il sereno svolgimento della vita civile e democratica della città". 

 Infine ha chiamato a raccolta per mercoledì 17 febbraio, alle ore 11, davanti al comune di Tagliacozzo, tutti i cittadini, le forze politiche, gli attori economici e le forze sociali dell’associazionismo e del volontariato,  per una manifestazione popolare a presidio delle istituzioni democratiche. Sono stati invitati a partecipare alla mobilitazione anche le rappresentanze delle istituzioni Regionali e Provinciali. Per tutta la durata dell’iniziativa avrà luogo la serrata degli esercizi commerciali e la sospensione di ogni altra attività lavorativa. In caso di pioggia la manifestazione si svolgerà all’interno del Teatro Talia. 

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ASL 1 VINCE LA CAUSA E RIBALTA IL VERDETTO DI PRIMO GRADO.

La sentenza, emessa nei giorni scorsi, stabilisce che il cosiddetto ‘tempo-tuta’ può essere retribuito con lo stipendio percepito dal dipendente. Verdetto che farà giurisprudenza non solo per le altre Asl abruzzesi in cui sono in corso analoghe vicende ma in tutte le altre pendenti in Italia. In sostanza, le operazioni per indossare e togliersi l’abbigliamento nei turni di lavoro rientrano nella prestazione del dipendente. L’AQUILA - Il tempo impiegato dall’infermiere, per vestire e svestire la divisa di lavoro, all’inizio e alla fine del turno, rientra nell’attività lavorativa e dunque può essere remunerato con lo stipendio che il lavoratore percepisce. E’ il senso della sentenza emessa dalla corte d’appello di L’Aquila che, dando piena ragione alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, ha respinto la richiesta di 30 infermieri che rivendicavano, in aggiunta alla normale retribuzione, un pagamento supplementare per il tempo impiegato nella vestizione-svestizione. Con la sentenza di secondo grado, emessa nei giorni scorsi, la Asl è riuscita così a far valere le proprie ragioni e a ribaltare il verdetto di primo grado, risalente al marzo del 2015, che aveva dato ragione ai 30 infermieri. I magistrati di secondo grado, nel dare accoglimento alle ragioni della Asl, hanno disposto il pagamento a carico dei ricorrenti delle spese legali. La sentenza pro-Asl, da parte della corte d’appello di L’Aquila, si innesta nel ricco filone giurisprudenziale che ha caratterizzato, negli ultimi anni, molteplici controversie intraprese in altre realtà sanitarie della regione. Infatti, prima a Chieti (anni addietro) e poi, di recente, a Pescara, le rispettive Asl hanno perso la battaglia giudiziaria su analoghe rivendicazioni degli infermieri. La sentenza pronunciata nei giorni scorsi a favore della Asl 1 Abruzzo, peraltro, farà giurisprudenza (e dunque avrà un peso notevole), oltreché nelle analoghe dispute giudiziarie in corso nelle altre Asl abruzzesi, in tutte quelle intraprese e attualmente pendenti in Italia. Per i legali della Asl è “una sentenza che definisce un aspetto finora molto controverso nel rapporto di lavoro tra infermieri e datore di lavoro pubblico (appunto, la Asl). Il verdetto, riconoscendo il valore delle nostre argomentazioni, stabilisce con chiarezza che il tempo per indossare e dismettere la divisa di lavoro non è qualcosa di ‘altro e diverso’ ma fa parte a tutti gli effetti della prestazione di lavoro. Pertanto il cosiddetto ‘tempo-tuta’”, concludono i legali dell’azienda sanitaria, “comincia ad essere remunerato con la timbratura d’ingresso fino alla seconda timbratura con cui si conclude il turno lavorativo”