Cronaca

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  IL GIORNO 13 APRILE DOVEVANO RIAPRIRE LE LORO ATTIVITA’ TUTTE LE IMPRESE ARTIGIANE, COMMERCIALI, LE MICRO E LE PICCOLE IMPRESE. SABATO 11 APRILE L’ULTIMO DECRETO DEL GOVERVO CONTE CI DICE CHE NON POSSONO ANCORA RIAPRIRE MA NON CI DICE COME FARANNO A “MANGIARE” SE NON LAVORANO. SE NON POSSONO LAVORARE E GUADAGNARE PER VIVERE E’ LO STATO CHE DEVE INTERVENIRE E PAGARE TUTTE LE SPESE CHE OGNI MESE LE AZIENDE DEVONO SOSTENERE.

La Germania ha versato sui conti correnti delle loro imprese la cifra necessaria per pagare tutte le spese derivate dalla chiusura per 3 mesi come pure l’Inghilterra che ha versato il giorno dopo la decisione di chiusura delle attività sui conti correnti delle loro imprese 14.000 sterline. Il governo italiano deve fare la stessa cosa; i danni non li devono pagare gli imprenditori accendendo un finanziamento che, oltretutto, non otterranno mai in quanto è possibile che non abbiano pagato una rata di mutuo, qualche bolletta o, magari, che hanno problemi con Equitalia o addirittura hanno pagato solo in ritardo di qualche ora o giorno. Le 600,00 euro promesse alle imprese, e ancora non erogate, non saranno sufficienti a nulla. Non è questa la soluzione.

ANCORA UNA VOLTA VENGONO PENALIZZATE LE IMPRESE SOTTO A 10 DIPENDENTI CHE RAPPRESENTANO IL 98 % DELLE IMPRESE ITALIANE CHE GIA’ HANNO TANTI PROBLEMI DI SOPRAVVIVENZA TANT’E’ VERO CHE TANTISSIME DI LORO HANNO GIA’ CHIUSO E ALTRE CHIUDERANNO. COME E’ POSSIBILE?

Assistere ancora, dopo i risultati avuti, al fatto che il Governo Conte con un altro decreto continua a farle rimanere chiuse quasi tutte le attività Artigiane e Commerciali senza aiuti adeguati è troppo. Queste chiusure che risultati hanno dato? I contagi crescono ogni giorno, e quindi è stato un fallimento totale con l’impoverimento di tutti.

Se si fosse voluto evitare la diffusione del virus si sarebbe dovuto copiare quanto fatto dalla CINA che ha vietato subito di uscire a tutti i cittadini ed ha fatto distribuire i pasti dall’esercito. Cosa che non è avvenuta in Italia.

I contagi seguitano ad aumentare quindi la soluzione che è stata presa dal Governo CONTE non ha dato i risultati sperati. Tanti sono i cittadini che seguitano ancora a morire.

Non si capiscono ancora i motivi di questo allarmismo quando negli anni precedenti i morti, rapportando il periodo, sono stati molti di più del 2020. Solo che nessuno lo ha evidenziato.

Nel 1920 si portavano le mascherine per l’epidemia “la Spagnola” vedi foto allegate e nessuno si è preoccupato che tali epidemie potessero ripetersi negli anni a seguire ignorando i segnali già avuti dalle altre epidemie tipo SARS, MERS, EBOLA E OGGI COVID-19.

E’ ORA DI FAR SENTIRE LA NS. VOCE A QUESTO GOVERNO DI IRRESPONSABILI CHE OBBLIGA A TENERE CHIUSE LE ATTIVITA’ E NON VOGLIONO PAGARE I DANNI CAUSATI DALLA CHIUSURA.

BISOGNA BATTERE I PUGNI SUI TAVOLI E COSTRINGERLI A PAGARE I DANNI E NON SUBIRE LE LORO DECISIONI. CI CHIEDIAMO? COME FARANNO LE IMPRESE CHE NON HANNO INCASSATO UN EURO A PAGARE TUTTE LE SPESE CHE OGNI MESE DEVONO SOSTENERE?

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Si è appena concluso un incontro tra la Direzione Generale e i Sindacati CGIL, CISL e UIL per avviare un percorso di condivisione e dialogo continuo sulle attività che la ASL di Teramo ha messo in campo a salvaguardia della salute dei propri operatori, sanitari e non, che in questo periodo sono impegnati nella gestione della pandemia da Coronavirus.

La riunione si è svolta in un clima disteso, partendo tutti dalla premessa che è interesse comune proteggere in ogni modo possibile chi lavora in prima linea su questa emergenza, e dalla volontà di agire tutti insieme, animati da comuni obiettivi di tutela della salute dei lavoratori, nell’analisi di ogni eventuale problema e nella ricerca delle possibili soluzioni.

Molte sono state le domande che i rappresentanti sindacali hanno rivolto alla Direzione aziendale, in particolare sul numero di tamponi effettuati sul personale, sui tempi occorrenti per il risultato, sulla paventata carenza di dispositivi di protezione individuale e, più in generale, sulle procedure concretamente attivate per la riduzione del contagio da Covid-19 tra i dipendenti.

La Direzione, coadiuvata dalla propria Task-Force e dall’Unità di Crisi, ha riferito che, ad oggi, sono stati eseguiti 7906 tamponi, di cui 2.500 sul personale sanitario (il 90% del totale ASL), e 127 sul personale dei servizi esternalizzati. I tamponi positivi sono stati 88, con una percentuale di positività nettamente inferiore al dato nazionale. I risultati dei tamponi si ottengono nel giro di 24/48 ore dall’esecuzione e, nella procedura codificata dall’Unità di Crisi, è prevista anche la ripetizione dell’esame sul personale sanitario, con cadenze definite soprattutto in riferimento all’esposizione a fattori di rischio.

La Direzione, poi, ha elencato tutte le azioni che, fin dall’inizio dell’emergenza, sono state poste in essere per limitare i contagi sia degli operatori che dei pazienti ricoverati nei 4 ospedali provinciali: a partire dalla formazione eseguita capillarmente sul personale sanitario e sul Team infermieristico dedicato all’esecuzione dei tamponi con interventi di formazione continua in corso già dai primi di marzo, sia in presenza che a distanza, ma anche attraverso videotutorial sulle operazioni di vestizione e svestizione pubblicati sul website aziendale, per proseguire con le tante procedure che hanno individuato specifici percorsi separati per pazienti Covid o sospetti tali, e pazienti non Covid.

In particolare, all’interno dell’ospedale di Teramo che è certamente il più complesso in quanto dispone di Reparti ad alta specializzazione che non possono comunque fermarsi neppure in tempo di Coronavirus, è stata rivista l’intera organizzazione, ad esempio dedicando sale operatorie esclusivamente ai pazienti Covid, posti di terapia intensiva post-operatoria e di degenza altrettanto dedicati, separando, anche attraverso la costruzione di strutture murarie, le aree riservate ai pazienti positivi al virus dalle altre aree. Per quanto riguarda poi la disponibilità di DPI per i dipendenti, la ASL di Teramo ha proceduto anche individualmente all’acquisto dei dispositivi di protezione che non sono mai mancati, coinvolgendo in un lavoro davvero immane, tutto il personale degli uffici acquisti e della Farmacia ospedaliera, e facendo spesso salti mortali per procurarsi sul mercato delle forniture sempre e comunque scarse, pur di dotare il personale di mascherine, tute, guanti, occhiali, visiere, ecc. andando anche oltre i requisiti e le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità che, ad esempio, non prevedono gambali o tute, nemmeno per gli operatori addetti alla cura di pazienti con Covid-19.

Tutto questo, senza mai dimenticare che purtroppo il virus è un nemico invisibile, per cui bisogna sempre e comunque fare la massima attenzione e che, prima ancora della protezione individuale viene quella collettiva, che ricomprende anche le operazioni di sanificazione che la ASL di Teramo esegue regolarmente, peraltro attraverso sistemi che utilizzano tecnologie e dispositivi innovativi come il perossido di idrogeno, non nocivo per gli individui, con riapertura immediata degli ambienti sanificati.

La riunione si è conclusa con la previsione di un tavolo di confronto tra Azienda e Sindacati che, a scadenze regolari, permetterà un reciproco scambio di idee e di informazioni utili a far sempre meglio nella gestione di un’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo il mondo intero.

Teramo, 10.4.2020

Ufficio Comunicazione ASL Teramo

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L'AQUILA, 15 APRILE 2020 
 
Alla data odierna sono 229 i casi positivi al Covid-19 presenti in provincia dell'Aquila, di cui 48 ricoverati non in terapia intensiva (4 ricoverati in altra Asl), 13 in terapia intensiva e 120 in isolamento domiciliare (di cui 6 in altra Asl). Dall'inizio dell'emergenza, sono complessivamente 28 guariti e 20 i deceduti (12 provenienti da altra Asl).
Dei positivi Covid-19 finora registrati 34 sono dell'Aquilano (2 ricoverati non in terapia intensiva, 1 terapia intensiva, 23 in isolamento domiciliare, di cui 2 in altra Asl, e 8 guariti), 87 della Marsica (16 ricoverati non in terapia intensiva, di cui 2 in altra Asl, 4 in terapia intensiva, 46 in isolamento domiciliare, 16 guariti e 5 deceduti), 56 dell'area Peligna (15 ricoverati non in terapia intensiva,  di cui 1 in altra Asl, 3 in terapia intensiva, 35 in  isolamento domiciliare, di cui 4 in altra Asl, 1 guarito e 2 deceduti) 17 dell’area Sangrina (4 ricoverati non in terapia intensiva,  di cui 1 in altra Asl, 0 ricoverati in terapia intensiva, 10 in isolamento domiciliare, 2 guariti  e 1 deceduto) e 35 di altra Asl (11 ricoverati non in terapia intensiva, 5 in terapia intensiva, 6 in isolamento domiciliare, 1 guarito e 12 deceduti).
In sorveglianza attiva ci sono complessivamente 300 persone, di cui 73 dell'Aquilano, 100 della Marsica e 127 dell'area Peligno-Sangrina.
In sorveglianza passiva ci sono complessivamente 1 persona, di cui 0 dell'Aquilano, 1 della Marsica e 0 dell'area Peligno-Sangrina.
La sorveglianza attiva in quarantena fiduciaria è disposta dalla Asl per chi ha avuto un contatto stretto con un caso confermato. Le autorità sanitarie controllano in modo periodico lo stato di salute dell’individuo con telefonate quotidiane.
La sorveglianza passiva è una forma di quarantena decisa autonomamente da chi ritiene di aver avuto contatti a rischio.
Lo rendono noto il direttore generale della Asl 1 Avezzano, Sulmona, L'Aquila,  e il  presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl, 
 
Unità di crisi del Comune dell'Aquila, dati forniti dal dipartimento di Prevenzione della Asl 1 Avezzano, Sulmona, L'Aquila aggiornati ‪alle ore 15.00‬‬.