Cronaca

fiume saline

LANCIANO: CADAVERE NEL FIUME SANGRO

- Ha un nome il misterioso cadavere trovato domenica pomeriggio nel fiume Sangro. A due giorni dal tragico ritrovamento, i carabinieri di Lanciano sono
riusciti a risalire all'identità dell'uomo vestito con tuta e scarpette da ginnastica e una profonda lacerazione al polpaccio:si tratta di D. G. R. D.un
48enne originario di Atessa ma residente a Vasto.Rimane ora da chiarire che cosa ha provocato il decesso dell'uomo, ma a questo penserà l'autopsia in
programma oggi a Chieti.L'incarico per la perizia è stato affidato al medico legale Pietro Falco. I quesiti posti dalla Procura di Lanciano - riguardano le
cause della morte, apparentemente risalenti ad alcune ore prima del ritrovamento del corpo.

avezzano carcere san nicola 241112 rep 04

AVEZZANO: IN CARCERE LATITANTE

- La Polizia di Stato dell’Aquila, nell’ambito della complessa operazione di polizia giudiziaria mirata al contrasto del reato di detenzione e spaccio di
stupefacenti coordinata dalla Procura di L’Aquila, ha eseguito una perquisizione domiciliare delegata. Più precisamente, il personale del Commissariato di
Pubblica Sicurezza di Avezzano, durante la predetta attività in cui si rendeva necessario anche l’intervento dei Vigili del Fuoco per forzare il portone
d’ingresso, trovavano all’interno dell’abitazione, oltre il destinatario della perquisizione, altre due soggetti. Uno dei predetti, cittadino albanese,
durante le fasi di identificazione e il controllo in “banca dati interforze”, è risultato essere destinatario di un ordine di carcerazione, dovendo espiare
una condanna di 3 anni e 9 mesi di reclusione, sempre per reati inerenti gli stupefacenti. Lo straniero, condotto presso il Commissariato di P.S., per gli
atti di rito e stato successivamente accompagnandolo presso la Casa Circondariale di Avezzano.

l aquila tribunale

L’AQUILA:FALSE NOZZE PER EVITARE IL RIMPATRIO DEL CAPO DEI PUSHER

- Iniziano oggi gli interrogatori del gip delle persone arrestate nella maxi inchiesta contro lo spaccio di cocaina della Procura della Repubblica
dell’Aquila e della polizia che ha portato in carcere 26 persone. Probabile che da oggi e per prossimi giorni alcuni degli indagati decideranno di tacere
in attesa di conoscere tutte le carte dell’indagine da cui spuntano una serie di stratagemmi, anche curiosi, per eludere le investigazioni da parte degli
affiliati alla presunta gang accusata di rifornire di cocaina circa 700 consumatori tra i quali anche persone insospettabili. Uno dei modi per racimolare
soldi contestato a 4 indagati, è stato quello di qualificarsi come agenti di polizia, per farsi consegnare da uno spacciatore 400 euro. Qui si contesta
l’estorsione e la sostituzione di persona. Il fatto risale a un anno fa. Ma si è anche arrivati, per far ottenere il permesso di soggiorno a un clandestino,
Kujitim Raboshta, forse il principale indagato, tramite un matrimonio fittizio avvenuto due anni fa. Ma Raboshta avrebbe dovuto essere espulso.