Cronaca

smargiassi pietro

Arriva sul tavolo dell’Assessore Verì e della Giunta regionale la vicenda relativa ai gravi disservizi acclarati nel distretto sanitario di Vasto relativamente al servizio sul cambio o revoca del Medico di base, a renderlo noto è il Consigliere regionale M5S Pietro Smargiassi (sopra), che spiega: “Ho già denunciato la questione e ho potuto constatare che nulla è cambiato. Adesso è il momento che la Giunta Regionale, ed in particolare l’Assessore Verì, si impegnino a risolvere il problema e chiedano spiegazioni al Direttore Generale Thomas Schael e al Direttore Amministrativo Giulietta Capocasa, che fino ad ora non sono stati capaci di dare alcuna risposta ai cittadini, neanche dopo la sollecitazione arrivata dal sottoscritto”.
Quella dell’Ufficio per la revoca o la scelta del medico di base a Vasto è una situazione insostenibile per i cittadini – incalza Smargiassi -. Parliamo di un ufficio composto da due impiegati, di cui uno è andato in pensione ad aprile e non è mai stato sostituito, e l’altro è in malattia. In questo momento i lavori vengono portati avanti da un terzo professionista, al quale vanno i miei ringraziamenti, che però la Asl deve andare a prendere con un autista a Casalbordino. Altro problema riguarda l’apertura dell’ufficio e l’ordine con cui gli utenti usufruiscono dei servizi. L’orario mattutino è dalle 8,30 alle 12,30, ma invece di normali prenotazioni, sono posti sul davanzale di una finestra 25 foglietti di carta con numeri scritti a penna, che sono terminati intorno alle ore 9,10. Chi arriva dopo è costretto a tornare a casa e dovrà riprovare la mattina seguente, con tutti i problemi che ne conseguono a livello spostamenti, costi e orari. Si tratta, di fatto, di una violazione dell’orario previsto, che non viene rispettato, oltre che di un metodo di lavoro palesemente inadeguato.<span style="font-family: Calibri,sans-serif;">
A chi dobbiamo questa disorganizzazione? Chi deve intervenire e non sta alzando un dito? Attendo fiducioso una risposta dall’Assessore Verì, sicuramente non farò finire questa storia nel dimenticatoio”. Conclude.

borrelliSono a rischio le case; è a rischio un bosco protetto, di interesse
comunitario, se si installa l'impianto di rifiuti sanitari, pericolosi e
non, previsto in contrada Saletti di Atessa, in Val di Sangro. Se si dà uno
sguardo alla mappa della zona circostante il sito affittato dalla ditta Di
Nizio alla Colansante holding, per la realizzazione di un impianto di
rifiuti sanitari infettivi, si nota chiaramente come la distanza di
sicurezza, prevista dalla legge nazionale, che fa testo dopo la sentenza
28/2019 della Corte costituzionale, non sia rispettata.

Nel progetto della Di Nizio si dice che c'è una sola casa, a pochi metri
dal sito in cui dovrebbe sorgere l'impianto. La realtà è diversa. Entro un
raggio di 500 metri, tenendo conto delle distanze dai nuclei abitativi
imposte dalla legge, vivono decine di famiglie. Nel solo edificio indicato
dalla ditta abitano tre nuclei familiari. A meno di trecento metri ci sono
7 case con più nuclei familiari. Più in là, dentro sempre il perimetro
pericoloso, si contano altre venti abitazioni.

Ai rischi per i residenti, va aggiunto il danno per il bosco di
Mozzagrogna, un grande parco popolato da specie protette, un Sic ( Sito di
Interesse Comunitario), distante in linea d'aria 1 chilometro e 600 metri.
E' evidente che dovrà essere effettuata la Vinca, dovrà esserci cioè una
opportuna Valutazione dell'incidenza che quell'impianto ha su un luogo che
va tutelato. Così come va considerata la direttiva "Seveso tre" relativa al
controllo del pericolo di incidenti connessi con le sostanze pericolose
potenzialmente presenti all'interno dello stabilimento. Sono obiezioni
avanzate anche dalle associazioni ambientaliste (Legambiente, Wwf, Nuovo
Senso Civico, Noimessidaparte, Cai) che stanno combattendo con noi questa
battaglia e che ringrazio per il loro impegno concreto".

(Lo evidenzia in una nota il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli - sopra).

lobene fabrizio 211013 rep 07

Confagricoltura L'Aquila ha organizzato il convegno "La riforma della PAC 2021-2027 periodo di transizione e orientamenti futuri", l'evento si terrà all'Aquila il giorno 27 gennaio 2020 all'auditorium ANCE in via De Gasperi, 60 alle ore 9:30.
Dopo i saluti del Sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e l'intervento del Presidente della Giunta Regionale Marco Marsilio seguiranno le relazioni tecniche di Cristina Tinelli Capo dell'ufficio di Bruxelles di Confagricoltura e Vincenzo Lenucci Direttore dell'Area Politiche europee seguirà l'intervento di Massimiliano Giansanti Presidente Nazionale di Confagricoltura e le conclusioni di Emanuele Imprudente Vice Presidente della Giunta Regionale e assessore all'agricoltura.
All'interno del convegno troveranno spazio le testimonianze di tre dirigenti di Confagricoltura L'Aquila su temi molto concreti come la gestione dei rischi ed il piano assicurativo nazionale nell'epoca dei cambiamenti climatici argomento trattato dal Presidente Fabrizio Lobene (sopra), la questione legata all'utilizzo dei pascoli esposta da Dino Masciovecchio, i danni da fauna selvatica e prelievo venatorio illustrata da Gianni D'Alessandro.
"Mai come questa volta la riforma della PAC è influenzata da eventi che stanno cambiando lo stesso concetto di Europa" afferma Fabrizio Lobene Presidente di Confagricoltura L'Aquila "L'uscita del Regno Unito, l'elezione del Parlamento europeo, il ritardo dell'insediamento della nuova Commissione UE costringerà gli stati membri ad un periodo di transizione tra la vecchia e la nuova programmazione". Continua Lobene "quello che più preoccupa gli agricoltori sono il previsto taglio alle risorse destinate al settore, la estrema debolezza politica derivante dai sovranismi insorgenti è l'incapacità di governare le guerre commerciali e i dazi sulle nostre produzioni con il disconoscimento dei nostri prestigiosi marchi di qualità".
E' molto importante per gli imprenditori agricoli conoscere per tempo non solo quali saranno le nuove regole e con quali risorse sarà finanziata la PAC nei prossimi due anni ma, soprattutto, conoscere l'impianto complessivo della nuova Politica Agricola Comunitaria che dovrà tener conto del cosiddetto Grenn Deal europeo che ha come obiettivo quello di rendere l'Europa climaticamente neutra, proteggere il nostro habitat naturale, migliorare il benessere delle persone.
Gli agricoltori e l'agricoltura saranno fondamentali per gestire la transizione verde, la Commissione europea coopererà con gli Stati membri e i portatori di interessi al fine di garantire una transizione giusta ed equa per tutti coloro che lavorano nel settore agricolo, ridurre la dipendenza dai fitofarmaci, concimi e antibiotici, il loro utilizzo e i relativi rischi, attraverso lo sviluppo di metodi innovativi nell'agricoltura per proteggere i raccolti da organismi nocivi e malattie.